Alzi la mano chi non sapeva già un mese fa che l’economia italiana è in una condizione disastrosa. Gli effetti della pandemia sulle imprese, la guerra in Ucraina, il caro-bollette e l’inflazione non sono novità delle ultime settimane, eppure tutto questo non ha impedito ai partiti del Centrodestra di promettere una maggiore spesa pubblica per centinaia di miliardi, e così vincere le elezioni.
Poi ieri si sente finalmente la Meloni, e cosa dice? “Abbiamo ereditato una situazione difficile”. Se questo è lo spirito d’osservazione di chi si appresta a governarci, tanto vale lasciar perdere la ricerca di tecnici e scienziati a cui affidare i ministeri, e chiamiamo subito la signora Maria, che del caro-vita se n’è accorta da tempo, e senza nemmeno scomodare l’Istat o l’Ocse.
Forse solo così avremmo una possibilità di uscire vivi dalla tempesta perfetta all’orizzonte, fatta di crediti più cari per le imprese, con il conseguente calo dei consumi e di riflesso dell’occupazione. Un quadro che ha solo due possibili risposte: continuare con le politiche di Draghi (non si spende un euro come ci chiedono l’Europa e i mercati) o fare l’esatto opposto, aprendo i cordoni della borsa per aiutare le famiglie e le attività economiche in ginocchio.
Dalla Meloni che è stata sempre all’opposizione del premier uscente ci si aspetterebbe questa seconda via, ma la sua recente scoperta della “situazione difficile” lascia intuire che copierà Mario nostro. Jacobs si scansi: la velocità di Giorgia nel passare dagli strilli in piazza ai passi felpati nei Palazzi del potere non si batte.