Chissà cosa c’è dietro l’inclinazione delle destre italiane a rifiutare la modernità e persino la scienza, a costo di abbracciare quante più cause perse. L’ultima crociata è contro l’obbligo per molti esercenti di accettare i pagamenti elettronici.
Nessuno è costretto a rinunciare all’uso del contante, ma se i clienti chiedono di usare il bancomat devono poterlo fare, come d’altra parte accade in tutto il mondo. Uno sparuto gruppo di commercianti, fomentati dalle tv tendenti a Forza Italia e compari, ha cominciato a strillare perché le commissioni bancarie sono altissime e dotarsi di un pos equivale ad una nuova tassa.
Commissioni che non si applicano nei micropagamenti e sul resto sono quasi irrilevanti, a fronte dei vantaggi di tenere in cassa meno banconote (scoraggiando le rapine) e di aumentare la clientela, perché molte persone preferiscono girare senza soldi in tasca. Eppure persino su questo le destre si sono rivoltate contro, instillando la preoccupazione di un perenne controllo fiscale.
A Londra o a New York pure un caffè si paga col bancomat, ma qui dobbiamo restare all’età della pietra, dicendo lo stesso no ad una rapida sostituzione delle auto più inquinanti con quelle ad energia rinnovabile, ai monopattini per la micro-mobilità urbana, alle mascherine anche quando la pandemia faceva centinaia di morti al giorno, sino a negare i cambiamenti climatici o la validità dei vaccini.
Una destra col rosario in mano e ostile sui diritti civili, con cui è facile guardare indietro ma niente affatto in avanti.