L'Editoriale

La partita vera è la prossima

Il tema, in questa fase, riguarda i socialisti in Spagna, il Pd e i 5 Stelle usciti a pezzi dalle amministrative, ma più in generale i destini dell’Europa.

La partita vera è la prossima

In politica, come in ogni cosa della vita, lo scoraggiamento è una perdita di tempo. Dopo che ci si abbatte, i problemi restano, e dunque meglio leccarsi in fretta le ferite e ragionare sui problemi per riuscire dove si è fallito. Il tema, in questa fase, riguarda i socialisti in Spagna, il Pd e i 5 Stelle usciti a pezzi dalle amministrative, ma più in generale i destini dell’Europa.

Il vento dei nazionalismi, che non ha risparmiato neppure la Turchia, dove si è confermato “il Sultano” Erdogan, spira fortissimo e se non fosse per il pegno che la Meloni ha da pagare con l’ala più nostalgica del suo elettorato, le sarebbe più facile togliere la fiamma dal simbolo delle prossime elezioni europee, e così poter aspirare a un cambiamento storico degli equilibri a Bruxelles.

Dalla tradizionale alleanza tra popolari e socialisti, con l’aria che tira si potrebbe passare a una nuova maggioranza composta da popolari e conservatori (di cui proprio la Meloni è leader in Europa), cambiando radicalmente la prospettiva e le priorità del Continente. Da quella visione solidaristica che abbiamo visto con la pandemia – e il conseguente Recovery Fund – alla transizione ecologica, con il Green Deal, il nuovo corso imporrà una visione diversa, come si è già visto nella battaglia sullo stop ai motori termici dal 2035.

Perciò le opposizioni hanno una responsabilità che va ben oltre i Comuni dove si è votato ieri, e non ha scelta nel costruire ora – e non dopo le elezioni europee dell’anno prossimo – un’alternativa credibile, smascherando le bugie di una destra che gioca sulla pelle del Paese, rischiando di farci perdere i miliardi del Pnrr, o promettendo due miliardi agli alluvionati dell’Emilia-Romagna senza predisporne le coperture, e quindi con l’equivalente dei soldi del Monopoli.

Una destra ancora in luna di miele con gli elettori, che attrae le clientele spartendo posti di potere, e non ha fatto i conti con le sue promesse: dall’abolizione del Reddito di cittadinanza (che ancora per poco resta, ma al momento c’è) al taglio del cuneo fiscale, per cui nessuno ha ancora visto un euro, e quando arriveranno dureranno solo per cinque mesi. Il tempo delle illusioni, insomma, non durerà per sempre.