L'Editoriale

La Sanità povera non è un caso

Se i medici oggi in piazza devono accontentarsi di stipendi bassi, turni massacranti e strutture fatiscenti, i conti dei signori delle cliniche sono ben diversi.

La Sanità povera non è un caso

Per il principale sindacato dei medici ospedalieri, l’Anaoo, con lo sciopero di oggi gli italiani si renderanno conto di cosa vuol dire non avere più la sanità pubblica. Questo, però, purtroppo lo sappiamo già, come può confermare chiunque aspetti una visita specialistica da mesi. Una situazione che meriterebbe perlomeno la decenza del silenzio da parte di certi camerieri del governo, che in tv continuano a rilanciare la bufala degli stanziamenti aumentati, con tre miliardi più di prima.

Niente di più falso, come confermano non solo i medici, le forze di opposizione o chi sa fare quattro conti. Il primo a certificare che i soldi non bastano è infatti lo stesso ministro della Sanità, Schillaci, che di miliardi ne aveva chiesti almeno quattro, e quello in più rispetto alla somma promessa dalla Meloni non era per far bisboccia. Tra adeguamenti contrattuali e inflazione non resterà quasi nulla, mentre restano – eccome – i vantaggi per chi opera nel privato. E dire che anche qui è sotto gli occhi di tutti l’assassino.

Se i medici oggi in piazza devono accontentarsi di stipendi bassi, turni massacranti e strutture fatiscenti, i conti dei signori delle cliniche sono ben diversi. Questi colossi, spesso quotati in Borsa – e non di rado padroni di giornali che usano come clave per difendere chi li ingrassa e bastonarne gli avversari – ogni anno guadagnano di più. Dunque, gli scandali della Sanità sono due: il pubblico lasciato a stecchetto e il privato che anche grazie a questo si arricchisce. Con la complicità di certa politica e sulla pelle dei cittadini.