L'Editoriale

La sorpresa di una politica seria

Dietro l’angolo ci sono le regionali di Lazio e Lombardia, e il leader dei 5S Conte non ha chiesto presidenze e accordi sottobanco, bensì un accordo preventivo sulle cose da fare.

Le persone serie la chiamano chiarezza. Gli altri: ricatto, arroganza, condizioni. Abituati come siamo alle accozzaglie elettorali delle destre, l’offerta fatta ieri da Conte al Pd a qualcuno è suonata strana. Dietro l’angolo ci sono le regionali di Lazio e Lombardia, e il leader dei 5S non ha chiesto presidenze e accordi sottobanco, bensì un accordo preventivo sulle cose da fare.

A Roma, si sa, c’è gigantesco il problema dei rifiuti, che i 5S vogliono risolvere aumentando la raccolta differenziata e con impianti di trattamento senza combustione. I dem, invece, dopo aver paralizzato la Raggi non utilizzando i poteri esclusivi della Regione (a guida Zingaretti) hanno passato la palla al sindaco Gualtieri, che rimangiandosi quanto promesso in campagna elettorale ora vuole un inceneritore.

Nella Regione, come a livello nazionale, se M5S e Pd andranno divisi apriranno un’autostrada alla Meloni, alla quale spetta la scelta del candidato governatore dopo aver lasciato la Sicilia a Schifani (Forza Italia) e il Pirellone a Fontana (Lega). Ma andare uniti Conte e Letta per poi litigare il giorno dopo un’eventuale vittoria non significa saper fare politica, bensì prendere beatamente per i fondelli i cittadini.

Meglio un’idea chiara, e perdere se non la si riuscirà a spiegare, che vincere per poi non riuscire a far nulla. I laziali, come i lombardi d’altra parte, hanno visto i disastri delle stagioni di Storace e Polverini, di Formigoni e Gallera, così come i passi indietro della Capitale gestita da Gualtieri. E non si meritano di essere presi ancora in giro.

 

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