Chi ha assicurato Giorgio Napolitano che poteva fare tranquillamente le valige e tornare a casa non è stato un buon consigliere. Incurante di rappresentare uno spicchio d’elettorato diventato piccolissimo, la sinistra del Pd si è già messa di traverso sulla riforma elettorale, presentando a Renzi uno spot di quello che avverrà a partire dall’elezione del Capo dello Stato. Non è detto che l’orizzonte di questo Parlamento sia breve – dovesse sciogliersi avremmo un migliaio di disoccupati in più e ai diretti interessati questo non garba – ma il percorso delle riforme già impostate è al limite dell’impossibile. E la speranza di quelle che mancano, un’utopia. Col Patto del Nazareno sabotato ormai da ogni parte non si va lontano e se un Paese che galleggia per ora può andare anche bene ai mercati, questo immobilismo domani presenterà un conto che nessuno potrà mai pagare. Purtroppo un anno di Governo con una maggioranza come quella che abbiamo ha ridotto all’osso l’efficacia dell’esecutivo. E il gradimento in calo del premier lo dice chiaro. Renzi può sparigliare solo correndo alle urne. Con qualunque sistema. La strada è stretta, ma il tempo degli annunci è finito.
L’era Draghi è appena cominciata
Se la lista dei ministri vi ha fatto consumare scatole di Maalox, per quella dei sottosegretari serve tutto un ospedale. Torna la Dc degli anni