L'Editoriale

Lapidano Morra e non i boss

Anche se fosse stato di pessimo gusto e insensibile sulla compianta governatrice calabrese Jole Santelli – e Nicola Morra non lo è stato – che c’entra questo con le qualità necessarie per presiedere la Commissione parlamentare Antimafia? Se per contrastare le cosche bastasse Monsignor Della Casa, l’inventore del Galateo, la politica italiana ci fornisce da decenni perfetti manichini, mai presi in fallo con una parola fuori posto, ma purtroppo perfettamente incapaci di fare appena il solletico ai boss.

Eppure ieri si è sollevato l’inferno contro Morra, accusato di avere offeso la memoria della defunta presidente della Regione Calabria, e a seguire di tutti i calabresi. Un caso ovviamente gonfiato, travisando le parole dell’esponente Cinque Stelle, che però hanno messo d’accordo in un’identica condanna da Salvini a Tajani e la Gelmini (FI) sino a Fiano (Pd) e i Cinque Stelle. Per il Centrodestra e in particolare Forza Italia è stato un colpo da maestri: chi aveva visto arrestare il proprio presidente del Consiglio regionale calabrese per rapporti con la ‘ndrangheta ha potuto chiedere per “giusta causa”, e quindi senza vergogna, la testa del numero uno della Commissione che combatte la ‘ndrangheta.

Pensate che sensibilità! Invece di nascondersi perché a destra e sinistra saltano fuori schifezze un giorno sì e l’altro pure, ci si è indignati per le parole di Morra, lasciando strafottere i legami dell’ennesimo mister preferenze con la famiglia mafiosa più pericolosa e potente della zona. E la cosa più folle e che nei Cinque Stelle qualcuno c’è cascato con tutte le scarpe, guadagnandosi uno spazietto nel Regno dei Cieli del politicamente corretto, ma di fatto sbagliando completamente il campo di gioco.

A meno di scoprire qualcosa in comune con i vecchi partiti e i loro troppo consueti rapporti con le famiglie criminali. In questo modo quello della Rai diventa un peccato da niente. Dopo aver ospitato i Casamonica o permesso a Bruno Vespa di raccontarci a reti unificate quant’è stato buono il fascismo, si è deciso di censurare la partecipazione di Morra a un programma. Visto come trattano il presidente dell’Antimafia, i capoclan sentitamente ringraziano.