Serviva un temporale per far uscire l’arcobaleno che il ministro Boschi e mezzo Parlamento si sono appesi al petto. Senza mettere la fiducia, la legge sulle Unioni civili sarebbe ancora in bilico tra sostenitori da una parte e cattolici dall’altra. Le elezioni amministrative però incombono e un Governo che ha poco da dire sull’economia (che non tira) e sulle inchieste (che partono a raffica) aveva bisogno di potersi mettere almeno una coccarda. Bene per il Paese che aveva bisogno di una norma sulle Unioni civili, anche se la forzatura parlamentare presenterà un conto. Quel pezzo del mondo cattolico che non avrebbe mai voluto questa legge – una platea ormai non troppo vasta – al posto della spilla arcobaleno si è appuntato infatti un promemoria su come votare al referendum costituzionale di ottobre. Un passaggio determinante per la sopravvivenza del Governo. Dove non ci sono escamotage parlamentari e l’oggetto stesso delle urne sarà di fatto la fiducia o meno a questo premier e alle sue riforme. Leggi che adesso anche i cattolici politicamente militanti – pochi o molti che siano – manderanno a benedire.
L'Editoriale