Vediamo se ci avete capito qualcosa. Ieri, al Salone del mobile, la Meloni ha detto che per contrastare la mancanza di lavoratori bisogna occupare di più le donne. E dire che per molte attività sono persino più richieste degli uomini. Quindi per occuparle di più si può solo costringerle ad accettare salari e condizioni che oggi rifiutano, e su questo è facile capirne il perché.
In contemporanea, il cognato della premier, Lollobrigida, al congresso della Cisal rivangava la teoria della sostituzione etnica, cioè un disegno mondiale per soffiare l’Italia agli italiani e mettere al nostro posto gli immigrati. E dire, anche qui, che i governanti di destra spacciati per competenti – altro che i 5 Stelle scappati di casa sui banchi a rotelle! – hanno sempre accusato i “grillini” di straparlare di complotti inesistenti, tranne poi dare spago persino ai negazionisti della scienza sui vaccini, o credere senza sentirsi ridicoli che i disperati in fuga dall’Asia e dall’Africa vengano in Europa per qualche motivo diverso dal salvarsi la vita o sottrarsi alla povertà più nera.
Così si scappa dalle questioni vere. La Presidente del Consiglio che vuole far lavorare di più le donne, non ha fatto cenno agli stipendi troppo bassi, anche perché parlava davanti a una platea della Confindustria che è contrarissima al salario minimo. Mentre il ministro dell’Agricoltura è lo stesso che chiede nuovi flussi di immigrati fino a 500mila persone. Non proprio il blocco navale. E d’altra parte questa non è sostituzione etnica, ma solo ricambio degli schiavi per zappare.