Gli ultimi sondaggi non hanno tolto il buonumore all’assemblea di Fratelli d’Italia, dove ieri si sono lodati e imbrodati pur leggendo i giornali e sentendo perfettamente che la pacchia sta finendo pure per loro.
Secondo i dati Swg, a un anno dalla conquista di Palazzo Chigi il gradimento sul governo è sceso già di 15 punti, e il trend è in ulteriore ribasso perché in futuro saranno sempre meno credibili gli alibi su quanto non funziona: caro-vita, poca sicurezza, sanità allo sfascio e tutto il resto. Questo aumenterà la tensione nei partiti della maggioranza, che potrebbe esplodere se il risultato delle elezioni europee modificherà sensibilmente gli equilibri della coalizione guidata da Giorgia Meloni.
Certo, il potere è un formidabile collante e per il momento la prosecuzione della legislatura fino al suo termine naturale non può essere messa neppure in discussione, ma la costruzione di un’alternativa seria alle destre non si fa restando alla finestra per assisterne al naufragio. La prima fondamentale differenza tra chi si diceva pronto a governare (mentre in tasca non aveva che prese in giro elettorali) e chi può fare davvero qualcosa di buono per il Paese sta nell’offrire soluzioni, guardando in faccia i problemi e spiegando agli italiani come si possono affrontare.
Certo, Giorgia e soci sono abilissimi nel dire qualunque cosa e rimangiarsela. Al punto che ieri un loro house organ, il Giornale, scriveva in prima pagina che in un prossimo libro “la premier racconta per la prima volta la sua idea di Paese”. Evidentemente tutte le altre migliaia di volte scherzava, soprattutto quando attaccava l’austerità imposta dall’Europa.
Adesso, invece, è proprio lei che nella manovra finanziaria si appresta a tagliare la spesa, da quella sociale alla sanità, alla scuola. Mentre chi ha portato duecento miliardi di fondi europei per espandere l’economia, senza dimenticare i poveri, sta all’opposizione. Mettere a confronto ogni giorno queste due diverse ricette è dunque fondamentale perché i cittadini al momento giusto valutino. E tornino a fare i propri interessi, possibilmente senza farsi nuovamente abbindolare.