Scene di isteria sul fronte della politica giustizialista e dei giornali fiancheggiatori. Il Parlamento ha fatto quanto di più sacrosanto doveva dicendo basta, ancora basta e infinitamente basta a una barzelletta che fa ridere di noi nel mondo: l’accanimento dei magistrati sulle scopate di Silvio Berlusconi. Dopo altri due processi e decine di milioni di euro spesi per guardare il Cavaliere dal buco della serratura, la politica ha negato l’uso delle intercettazioni telefoniche. Un segnale forte alle toghe, che ha messo dalla stessa parte centrodestra, parte del centrosinistra e tanti parlamentari che non ci stanno a una sovversione dell’equilibrio tra poteri dello Stato, con i magistrati che possono esibirsi in processi ridicoli e le Camere che autorizzano tutto per il timore di sembrare complici dell’obiettivo di turno. Se a questo aggiungiamo poi le strategie di bottega, con i posizionamenti dei senatori in vista del referendum costituzionale e i segnali di fumo tra Forza Italia e Pd, ecco che il favorino a Berlusconi diventa qualcosa di più grosso di quello che è. Un avvertimento al quale con molta probabilità vedremo presto la reazione di certa magistratura militante.
L'Editoriale