L'Editoriale

Le partite di Lazio e Lombardia

Forse andranno al voto per le Regionali gli stessi giorni, il 12 e 13 febbraio, ma nel Lazio e in Lombardia si giocano due partite completamente diverse.

Forse andranno al voto per le Regionali gli stessi giorni, il 12 e 13 febbraio prossimi, ma nel Lazio e in Lombardia si giocano due partite completamente diverse. Nelle destre l’accordo sulle presidenze è pacifico: la Sicilia è appena andata a Forza Italia o a quel che ne resta con Schifani, il Pirellone resta alla Lega con Fontana e quindi a Roma il candidato lo deciderà Fratelli d’Italia.

Più problematiche le partite interne, soprattutto per Berlusconi, che rischia un’ulteriore scissione dopo quella di Palermo, e per Salvini, che se dovesse eleggere molti meno consiglieri della premier difficilmente riuscirà a tenersi la segreteria del Carroccio. Tra le opposizioni, invece, il Pd ha lanciato D’Amato nel Lazio e Majorino in Lombardia.

Il primo è un fedelissimo di Zingaretti che già prende tutti in giro, dicendo che non vuole l’inceneritore però i voti del sindaco Gualtieri sì, anche se il Campidoglio su quest’opera ha già deciso. Per la serie prendi il consenso e scappa, come d’altra parte fece lo stesso primo cittadino della Capitale, che nel programma con cui affrontò la Raggi escludeva qualunque impianto per bruciare i rifiuti.

D’Amato, inoltre, ha già l’accordo con Calenda e Renzi, ed è sostenuto da quel sistema di potere che tutto spartisce nella regione da decenni. Majorino invece ha sempre avuto una forte attenzione per il sociale, e ha subito aperto ai 5 Stelle, incassando ieri la disponibilità di Conte a un accordo senza il quale le destre hanno la vittoria in tasca, nonostante qualche voto in libera uscita con la Moratti e i sinistra-finti di Italia viva e Azione.

Il Movimento ha toccato con mano, alle ultime elezioni più che mai, che quando va da solo, con le sue battaglie e i suoi valori, prende molti più consensi, ma le amministrative sono tutta un’altra cosa, e se si vogliono gettare le basi per governare bene i territori e riconquistare Palazzo Chigi, bisogna costruire con la necessaria strategia.

E visto che Majorino non ha dalla sua i poteri economici che stanno con Sala, donna Letizia, Calenda & C, allora un’intesa tra M5S e Pd è fattibile. E con questa anche la possibilità di cambiare verso alle tante cose che non funzionano in Lombardia.