L'Editoriale

La Giustizia che fa paura alla Lega

Per il leader della Lega, Matteo Salvini "questo Parlamento con Pd e 5 Stelle non farà mai una riforma della Giustizia".

La Giustizia che fa paura alla Lega

Chi avesse ancora dubbi su uno dei motivi per cui il Governo Conte è stato fermato proprio il giorno prima che l’allora ministro Bonafede facesse il punto sulla riforma della Giustizia, senta bene le parole dette ieri da Salvini: “Questo Parlamento con Pd e 5 Stelle non farà mai una riforma della Giustizia”.

E per essere certo che almeno una delle mille cose che promette si faccia davvero, il capo della Lega ha tirato fuori dal cilindro l’idea di un referendum, così campa cavallo. Ma come – dirà qualcuno – non è proprio Salvini che strepita un giorno sì e l’altro pure contro il sistema Palamara e le manovre delle correnti nel Csm? Evidentemente gli preme di più lasciare una strada aperta al fior fiore dei delinquenti ripristinando la prescrizione, e mentre ci siamo limitando l’uso dei trojan e le intercettazioni telefoniche.

Nel mirino ci sono dunque le battaglie dei 5 Stelle, che con la sola novità del sorteggio per i componenti dell’organo di autogoverno dei magistrati metterebbero fine alle partite di potere tra le toghe (e di conseguenza alle correnti intese come faceva Palamara). Abbiamo così la rappresentazione plastica di chi vuole cambiare le patologie del Paese e chi, invece, tiene solo alla conservazione.

Un percorso perdente, perché insieme alla morte niente al mondo è più sicuro del cambiamento. E in un sistema largamente inefficiente come quello dei nostri tribunali, difendere lo status quo è il modo più certo non di fare un passo avanti, ma due indietro.