L'Editoriale

L’ipocrisia da estirpare nel Pd

L’ipocrisia da estirpare nel Pd

Anni fa mi sono appuntato una frase di Khaled Hosseini, lo straordinario autore del Cacciatore di aquiloni e di Mille splendidi soli: è meglio essere feriti dalla verità che essere consolati da una menzogna. Un aforisma che ieri pomeriggio mi andava e tornava in mente via via che montava la polemica su un’affermazione di Rocco Casalino. “Nel Pd ci sono cancri da estirpare” ha detto l’ex portavoce di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, scatenando un fuoco di fila di dichiarazioni indignate.

I motivi richiamati dagli offesissimi dem, a partire dai renziani in sonno a via del Nazareno, sono il riferimento al cancro, perché ne potrebbe offendere i malati, e l’intrusione nei fatti di un partito politico, di cui evidentemente possono parlare solo i tesserati. Ma tra Casalino e il Pd – dove si è appena dimesso il segretario vergognandosi di chi non pensa ad altro che alle poltrone mentre dilaga una pandemia – chi sta ferendo con una verità e chi si sta consolando con una menzogna?

Per chi guarda la politica con gli occhi dell’ipocrisia, l’ex capo della comunicazione dei 5 Stelle ha detto cose imperdonabili, ma chi segue i fatti del Pd sa perfettamente che in quel partito – come più o meno in tutti – ci sono inconfessabili manovre di potere. E dietro queste miserie umane, sedicenti uomini delle istituzioni per cui 100mila morti di Covid o la tragedia economica di milioni di italiani vengono dopo. Naturale che se qualcuno li paragona a un cancro si incazzano. Sono stati scoperti e non c’è foglia del politicamente corretto che possa bastare a coprirne le vergogne.