L'Editoriale

L’ultima supercazzola di Calenda

L’ultima supercazzola di Calenda: L’idea di rinviare la campagna elettorale è troppo stupida per essere una cosa seria

Fermi tutti. Ora che Calenda si è accorto delle bollette di luce e gas schizzate alle stelle, in qualità di sommo sacerdote dell’Agenda Draghi (che si contende con Renzi e Letta) e di massimo profeta dei competenti (da non confondere con quei dilettanti e scappati di casa dei Cinque Stelle) sicuramente ci darà una brillantissima soluzione del problema.

L’idea di rinviare la campagna elettorale, lanciata ieri dallo stesso statista, è troppo stupida per essere una cosa seria, e di sicuro il frontman del terzo polo, che poi in realtà è il quarto (ma non si può essere competenti in tutto, compresa la matematica), ci vuole depistare prima che qualcuno si accorga della sua trovata.

Il guaio, d’altra parte, non era sfuggito al Presidente del Consiglio, che venendo descritto un giorno sì e l’altro pure come l’erede della Merkel, si era illuso di poter convincere i partner europei a fissare un tetto al prezzo del gas.

Proposta ovviamente respinta al mittente, anche se adesso a Bruxelles ci stanno ripensando.

In ogni caso si sono persi mesi, e con le quotazioni del gas naturale arrivate al mercato di Amsterdam sopra i 300 euro per megawattora, servono provvedimenti istantanei.

Per questo Conte chiede da mesi uno scostamento di bilancio con cui compensare sul serio le imprese, seguito a ruota da Salvini e Giorgetti sino alla Meloni, e ieri la viceministra Castelli ha detto che ci sono pure i margini per farlo.

Da questo orecchio, però, Draghi non ci sente, e dunque se va bene ci dovremo accontentare di qualche altra pezza a colori, tipo qualche centesimo di sconto sulle accise, e solo per qualche settimana.

Nel frattempo, sempre aspettando che Carletto nostro ci sveli il suo piano strabiliante, i partiti dovrebbero restare con le mani in mano, e invece di darci le loro ricette (strada obbligata in campagna elettorale) rinviare le elezioni.

Sperando che dopo aver ignorato per decenni la transizione energetica, ora Calenda non spunti con un’altra supercazzola, tipo il nucleare pulito, per cui ci vogliono quarant’anni.