Troppo impegnati a inventare balle sul Reddito di cittadinanza o sulla guerra che finirà solo insistendo con armi e sanzioni, giornali e tv stanno nascondendo con ogni mezzo una piccola notizia: a dispetto dello slogan scopiazzato dalla Le Pen, la Meloni non è pronta affatto a formare un governo, e dunque è molto improbabile che lo sia per governare il Paese.
Ovviamente non ci illudiamo che le penne illuminate della grande stampa mettano a confronto le vagonate di articoli al vetriolo usciti quando c’era da formare il primo governo Conte, che nasceva da un contratto tra 5 Stelle e Lega, cioè due forze politiche che si erano bastonate fino al giorno prima. Questa volta invece le destre hanno i numeri per mettere chi gli pare alla presidenza delle Camere o nei ministeri, ma a tutt’oggi non si sa chi andrà dove.
Ora anche noi dobbiamo ammettere di non poter essere sorpresi: al di fuori di un manipolo di vecchi ruderi della politica, quando le destre hanno dovuto tirar fuori nomi nuovi ci hanno propinato Michetti (ve lo ricordate il più improbabile dei candidati alle ultime comunali a Roma?) o Bernardo (l’equivalente a Milano).
Se i buoni tecnici latitano – si dirà – ci sono i parlamentari, ma anche qui ci vuole stomaco forte ad immaginare un Esecutivo di alto profilo con dentro Ronzulli e Casellati, per non parlare di quei virgulti di Calderoli e La Russa in lotta per presiedere il Senato. Ma che la Meloni raccontava balle quando ci diceva di essere pronta… sulla stampa culo e camicia col potere questo non si può dire.