L'Editoriale

I miracolati e la sfida dei 5 Stelle

I miracolati e la sfida dei 5 Stelle

L’elevato Beppe Grillo si è calato sulla Terra, ha ricordato ai miracolati Cinque Stelle in Parlamento di accendere un cero, e fatto un nuovo prodigio: ha ridato la linea al Movimento mettendo all’angolo i malpancisti, senza curarsi di nuovi possibili abbandoni. Non c’è trippa per i gatti in cerca di un terzo mandato nelle istituzioni, e nulla è più importante di una intelligente transizione ecologica, mentre il Reddito universale sarà la madre di tutte le battaglie.

Intervenendo insieme al ministro Cingolani all’assemblea congiunta dei deputati e senatori M5S, il garante ha regalato una notte insonne a chi sperava di prolungare la permanenza nel Palazzo, e magari domani seguirà tanti altri ex Cinque Stelle nel Gruppo Misto o in un partito a caso, chissà in cambio di cosa. Il Movimento però ha un orizzonte, che piaccia o no, al contrario di quello che dovrebbe essere l’alleato in un ipotetico campo progressista da contrapporre al cartello delle destre.

Nel Pd le correnti si passano tra loro il testimone alla presidenza dei gruppi parlamentari, e il segretario Letta fa a mala pena da spettatore, schiaffeggiato da un ex ministro come Gualtieri che ieri sera ha nuovamente giocato d’anticipo, candidandosi ufficialmente a Roma contro la Raggi.

Così il progetto di una “sinistra intelligente” con i dem è sempre più in salita, e neppure per un mediatore instancabile come Giuseppe Conte sarà facile venirne a capo. Il cantiere però resta aperto. Cercando gli alleati più impensabili, come Draghi, definito il banchiere “che ha sentimenti”. La strada dei 5S è ritracciata.