L'Editoriale

Morti giusti e sbagliati: il doppio standard dell’Europa

Al Consiglio Ue l’Europa ha confermato il suo doppio standard: si agita e litiga sull'Ucraina mentre su Gaza regna il silenzio.

Morti giusti e sbagliati: il doppio standard dell’Europa

A Bruxelles l’Europa si è rimessa l’elmetto buono. Consiglio europeo sull’Ucraina, ore di vertici, bozze riscritte, comunicati cesellati parola per parola. Putin come nemico sistemico, Zelensky come causa comune. Eppure, dentro quella stessa stanza, l’Europa ha confermato anche un’altra cosa: il suo doppio standard. Giorgia Meloni si presenta come alleata leale di Kiev. A parole. Nei fatti, l’Italia è stata decisiva per frenare l’uso degli asset russi congelati a favore dell’Ucraina. Prudenza giuridica, si dice. Stabilità finanziaria. Legalità. Tutto vero.

Ma allora la domanda diventa inevitabile: perché questa cautela selettiva vale solo quando conviene? Perché mentre l’Europa corre, si agita, discute, litiga per l’Ucraina, su Gaza regna il silenzio amministrato. Gaza è una nota a piè di pagina. Gaza si accontenta di una “tregua”. Una tregua di cosa, esattamente? Lì non ci sono due eserciti che si fronteggiano. Lì c’è una popolazione civile schiacciata da uno degli eserciti più potenti del mondo. E questa tregua, celebrata come successo diplomatico, ha prodotto centinaia di morti. Bombardamenti, raid, fame, ospedali senza elettricità, convogli umanitari bloccati. Tutto documentato.

Avete mai visto i leader europei litigare per Gaza come litigano per Kiev? Avete mai sentito ministri minacciare ritorsioni politiche per i civili palestinesi? Avete mai visto vertici straordinari convocati per “alzare il velo” su ciò che accade nella Striscia? No. Perché Gaza è l’eccezione permanente. Provate a immaginarlo: un paese europeo che continua a vendere armi a Putin mentre condanna la Russia. Impensabile. Eppure è ciò che accade con Israele. Armi, cooperazione militare, affari. Tutto mentre si finge di “monitorare” la situazione umanitaria.

E poi l’ultima ipocrisia, quella che nessuno osa nemmeno formulare: qualcuno ha mai proposto di usare gli asset israeliani per la ricostruzione di Gaza? Qualcuno ha mai messo sul tavolo sanzioni vere? No. Perché lo standard europeo non è universale. È geopolitico. L’Europa che si indigna selettivamente smette di essere credibile. Difendere l’Ucraina e voltarsi dall’altra parte davanti a Gaza non è realismo. È una scelta politica. E fa schifo proprio per questo.