L'Editoriale

Negazionisti in cattedra ma senza titoli

Tra i capisaldi della stampa e della politica che si arrabattano per negare il cambiamento climatico c’è la fondazione Clintel.

Negazionisti in cattedra ma senza titoli

Tra i capisaldi della stampa e della politica che si arrabattano per negare il cambiamento climatico c’è la fondazione Clintel (Climate intelligence foundation), fondata nel 2019 da un ingegnere olandese, Guus Berkhout (nella foto), che ha passato tutta la vita nell’industria petrolifera e da tale Marcel Crok che si definisce un “giornalista scientifico”.

Qualche giorno fa hanno lanciato la “World climate declaration” che è stata subito adottata dai peggiori negazionisti anche nel nostro Paese. Il motto del documento dice tutto: “There is no climate emergency”. Va tutto bene, insomma. Secondo gli “esperti” della fondazione Clintel il riscaldamento globale è molto più lento del previsto” e “non ha aumentato i disastri naturali“, pertanto “non vi è alcun motivo per creare panico e allarme“.

Benissimo, verrebbe da pensare. Quindi alcuno che ha studiato e ne sa più di noi ci offrirà le prove che servono per avere fiducia. Tra i 26 “ambassadors” della World climate declaration c’è un avvocato, un filosofo, un professore di scienze dell’agricoltura, un politico e industriale tedesco e il terzo visconte Monckton di Brenchley.

Tra i firmatari italiani ci sono un “fotografo e lettore di studi sul clima”, un “agronomo“, un “pensionato”, un “dottore commercialista“, un “architetto urbanista“, un “generale di divisione aerea”, un “docente in pensione” e il fondatore del gruppo Facebook “Falsi allarmismi sul riscaldamento globale”. Gli estensori della petizioni dicono che dei firmatari “più che i loro titoli” valutano “l’impegno”. Allora sì che possiamo dormire tranquilli.