L'Editoriale

Nel programma delle destre le solite balle di Silvio & C.

Ora che conosciamo il programma delle destre abbiamo la prova di quello che sospettavamo da tempo: i soliti noti torneranno a gozzovigliare e il resto degli italiani si arrangino.

Ora che conosciamo il programma delle destre abbiamo la prova di quello che sospettavamo da tempo: i soliti noti torneranno a gozzovigliare e il resto degli italiani si arrangino. Si butta via il Reddito di cittadinanza e si fa il ponte sullo stretto, tornano i voucher e aumenta l’uso del contante, si fa la flat tax come vuole Salvini ma anche come vuole Berlusconi… è il solito libro dei sogni, insomma.

Anzi, degli incubi, perché Forza Italia ha preteso di inserire la Giustizia, cancellando norme come la Spazzacorrotti e altri impicci per gli amici degli amici. Ovviamente nel papello non c’è una riga su chi pagherà il conto, per non parlare dell’ipocrisia sulla posizione atlantista ed europeista dell’Italia, visti i rapporti con Le Pen, Orbàn e Putin.

In ogni caso Bruxelles dovrà sganciare, perché ai fondi del Pnrr non si rinuncia, e accettare di buon grado che cambino le regole del gioco, a partire dal taglio delle risorse per la transizione ecologica, visto che adesso vanno di moda rigassificatori e inceneritori. Siamo di fronte, dunque, a un gigantesco passo indietro sui diritti, sull’Ambiente, sulla solidarietà.

Un quadro che dovrebbe essere contrapposto a quello delle sinistre, se non fosse che il Pd vuole le stesse cose, o quasi tutte, e per non creare equivoci candida Cottarelli, l’uomo delle forbici sulla spesa delle pensioni, tranne che della sua. Un discorso che vale uguale uguale per il quarto polo di Renzi e Calenda, esponenti della destra travestiti da sinistra.

Unica alternativa vera restano i 5 Stelle, e non per le promesse che fanno tutti, ma per le cose fatte davvero: dal Reddito di cittadinanza che ha salvato dalla miseria milioni di italiani ignorati dalla politica sino al decreto dignità che ha ridotto per la prima volta il numero dei lavoratori precari, dal Superbonus 110% che permette a Draghi di farsi bello con la crescita del 6,6% del Pil, alla riduzione della dipendenza energetica dall’estero investendo sulle fonti rinnovabili e non sul gas e il nucleare.

Cose fatte e non le balle di programmi che il 26 settembre finiranno nel cestino, perché ogni partito tirerà fuori il proprio. Accusandosi l’un con l’altro di aver tradito l’alleato. E gli italiani.

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