L'Editoriale

Non era facile far peggio della Gelmini

Non era facile far peggio della Gelmini

Non era facile far peggio della Gelmini

Ci fosse ancora Massimo Catalano, il filosofo dell’ovvio di Quelli della Notte, il ministro Valditara non avrebbe scampo. Il concetto è questo: siccome una preside che scrive ai suoi studenti malmenati dai fascisti esprime in tale lettera un atto politico, e dunque il Governo può sanzionarla, chi censura la libertà d’espressione con un’azione politica – come ha fatto il ministro con un atteggiamento che ricalca terribilmente quello dei fascisti – si è già sanzionato da solo.

Non a caso, da ieri decine tra associazioni studentesche, partiti e sindacati ne chiedono le dimissioni, e qualunque cosa farà in futuro questo “ministro per caso” non scenderà più dal podio dei peggiori responsabili della scuola, dove è riuscito a scalzare persino l’indimenticabile Gelmini. Purtroppo, il luogo dove i giovani dovrebbero formarsi come cittadini, oltre che culturalmente, assumendo come principio basilare il ripudio di ogni violenza, è la frontiera avanzata di chi vuole imporre le proprie ideologie.

E nell’estrema destra – in quanto la minaccia a una dirigente scolastica è un metodo tipico di tale area politica – l’indottrinamento a partire dalla più tenera età è una priorità sin dai tempi dei balilla. Si torna ai tempi di ordine e disciplina, e chi non si allinea anche di fronte a un atto barbaro, come le botte circolate in mondovisione ad alcuni studenti di Firenze, la deve pagare. Una brutta lezione davvero. Che per fortuna la stragrande maggioranza dei ragazzi, grazie al Cielo tutt’altro che non pensanti, si rifiuta giustamente di imparare.