L'Editoriale

Non si vede un euro Bamboli!

Chi pensava che Draghi ci avrebbe riempito le tasche di soldi a questo punto avrà capito come stanno le cose.

Non si vede un euro Bamboli!

Chi pensava che Draghi ci avrebbe riempito le tasche di soldi a questo punto avrà capito come stanno le cose. I soldi – quando verranno – saranno quelli europei conquistati da Conte. Per adesso, invece, non c’è un euro, bamboli! Lo scostamento di bilancio da 32 miliardi fatto approvare dal precedente governo quasi due mesi fa è ancora in attesa del decreto Sostegni, e se anche lo si somma alla prossima “ricarica” da 15 o 20 miliardi annunciata con il Def, alla fine quello che riceveremo saranno briciole.

Colui che ha salvato l’euro con il bazooka della Banca centrale (whatever it takes) per salvare l’Italia si sta limitando a un fiondino, mentre il perdurare della pandemia e adesso pure il blocco dei vaccini AstraZeneca imporrebbero uno sforzo immensamente maggiore. Conte, che i poteri forti hanno “schifiato” per puntare sul messia moltiplicatore di sieri e quattrini, solo con il decreto liquidità ha permesso alle banche di immettere nel sistema economico cento miliardi garantiti dallo Stato, e altri cento e passa sono arrivati tra cassa integrazione, bonus Covid e ristori.

Ciò nonostante le piazze hanno quasi linciato la maggioranza giallorossa, perché gli aiuti arrivavano troppo tardi e troppo pochi. Una percezione enfatizzata dalla narrazione a senso unico di tv e giornali, del tutto silenti sul fatto che in Paesi più ricchi del nostro imprese e famiglie ricevevano meno.

Adesso che la torta da dividere è più piccola e le fettine promesse sono pure più sottili, senza contare il tempo perduto, come si salveranno allora tante attività? Riforme in questo momento essenziali, come il Reddito di cittadinanza – per cui Cinque Stelle sono rimasti nell’Esecutivo a presidiarne il rifinanziamento – da soli non possono bastare, e se non ci sarà subito un colpo d’ala, questo governo sarà responsabile del massacro di milioni di attività, piccole imprese e artigiani, ristoratori e imprenditori. Quel ceto produttivo che ha investito i risparmi di una vita, e talvolta di generazioni, nelle proprie aziende, e che se dovesse saltare non tornerà mai più a scommettere su se stesso, attaccandosi pure questo al mammellone dello Stato. Finché ci resterà qualcosa da mungere.