Paola Muraro merita ad honorem la tessera del Pd o di qualunque altro partito avversario dei Cinque Stelle. Da Renzi a Berlusconi o Alfano nessuno infatti aveva messo in ginocchio il Movimento quanto l’assessore della Raggi, fino a ieri ancora attaccata alla poltrona. Certo, una semplice iscrizione nel registro degli indagati è cosa ben lontana da una condanna e dunque la linea garantista del sindaco di Roma ci sta, per quanto in contrasto con la linea rigidissima applicata da Grillo, Casaleggio & C. nel caso di altri amministratori nel mirino della magistratura. Aver però mentito spudoratamente sull’indagine, costringendo la stessa sindaca a mentire a sua volta, rende la posizione della Muraro semplicemente lunare. Uno schiaffo non solo agli elettori Cinque Stelle, sul quale la Raggi ancora ieri ha tergiversato, continuando a giocare una partita di potere tutta interna al Movimento che offende doppiamente i romani. Li offende perché i Cinque Stelle hanno vinto le elezioni promettendo di essere diversi dagli altri partiti e ancora di più perché mentre divampa la bufera nessuno governa la città. Con tanti topi – anche in senso letterale – che ballano.
L'Editoriale