Prove generali di quello che ci aspetta in caso di vittoria delle destre. Ieri il Parlamento europeo ha chiesto di sospendere qualunque aiuto economico all’Ungheria governata dal premier Orbán, l’amicone della Meloni e di Salvini, a cui si contesta una sfilza di leggi antidemocratiche: dal controllo politico della magistratura all’assenza di misure efficaci contro la corruzione, i conflitti d’interesse, lo scarso pluralismo dell’informazione e la stretta sui diritti civili.
Uno schiaffo che ha visto opporsi i gruppi a Bruxelles di Fratelli d’Italia e della Lega, mostrando – semmai ce ne fosse ancora bisogno – la fine che attende il polo conservatore di cui fa parte anche Berlusconi, costretto a prendere le distanze dagli alleati sovranisti.
Ora è chiaro che Giorgia e Matteo hanno tutto il diritto di governare se prenderanno i voti necessari, ma gli italiani devono sapere che dopo il 25 settembre la coalizione delle destre è destinata a spaccarsi, mentre ai cittadini resterà il conto, soprattutto se entreranno in crisi il Pnrr e gli investimenti miliardari da cui dipenderà per i prossimi anni la nostra economia.
Chi non ha nessun interesse per un trattamento umanitario dei migranti, chi non vede l’ora che si cancelli il Reddito di cittadinanza perché va ai fannulloni, chi non capisce che la stretta su aborto, diritti delle minoranze e unioni civili ci riporta nel Medioevo, almeno rifletta su cosa ne verrà per le sue tasche. E se voterà lo stesso a destra poi non si lamenti quando ridaranno il film del 2011, con lo spread alle stelle e le cure di Monti e Fornero.