Chi vuole la scissione perisce alle urne. Non ha fatto giri di parole Matteo Renzi per avvisare i naviganti sulla sponda sinistra del suo stesso Pd. L’esperienza greca insegna: l’opposizione a Tsipras (e a una linea morbida con l’Europa) non ha piazzato un solo uomo in Parlamento mentre il premier adesso può governare senza il fastidio di una minoranza interna. Bersani, Cuperlo, Chiti e tutti gli altri che contestano il segretario dem vogliono fare la stessa fine? Renzi oggi più che mai non ha paura del voto, e se la riforma (bruttissima) del Senato non passerà non sarà certo lui a opporsi alle urne. Certo, ci sono gli accordi che non prevedono la fine anticipata della legislatura o la stessa incognita Mattarella. Ma tutto passerebbe in secondo piano in caso di grave instabilità: l’unica cosa che i mercati assolutamente non vogliono. Se Renzi è così forte oggi, la Sinistra Pd e quel che resta nel campo dei moderati di Centrodestra non vogliono nemmeno pensare cosa potrà fare con la riforma elettorale e i poteri accentrati in una sola Camera. Per questo la minoranza Pd ieri è uscita dalla direzione. Sapendo che però oggi non ha davvero dove andare.
L'Editoriale