I soliti imbrogli alle primarie del Pd. Quisquiglie, a sentire i diretti interessati, ma è chiaro che il sistema offre poche garanzie. Per questo molti elettori ne stanno alla larga, convinti che i giochi si fanno a tavolino, con i maggiorenti di partito che al momento giusto scatenano regolarmente le truppe cammellate, rom o cinesi che siano. A destra non aspettavano altro per ribadire che così il voto è taroccato e quindi è meglio fare a meno di queste consultazioni, lasciando decidere a tre persone ad Arcore chi farà il sindaco a Roma come a Roccacannuccia. I Cinque Stelle, infine, con il voto limitato sulla loro piattaforma online per evitare inquinamenti esterni, alla fine decidono in quattro gatti. La catena tra cittadini e decisori è quindi fragile, e questo incrina alle fondamenta il senso stesso della democrazia. Dobbiamo dunque rassegnarci a imbrogli e partiti leaderistici? No, perché una soluzione è sotto gli occhi di tutti. Normare le primarie per legge, stabilendo regole e sanzioni, fornirebbe una nuova occasione di coinvolgimento popolare, rendendo ai soliti furbetti la vita più difficile e aiutando a riavvicinare la politica agli elettori.
L'Editoriale