L'Editoriale

Pronto Elly sono Giorgia

I vertici della Rai nominati dalla Meloni censurano il genocidio a Gaza e intanto la stessa Meloni si accorda con la Schlein per chiedere il cessate il fuoco.

Pronto Elly sono Giorgia

Tutto questo è magnifico. I vertici della Rai nominati dalla Meloni censurano il genocidio a Gaza e intanto la stessa Meloni si accorda con la Schlein per chiedere il cessate il fuoco. In confronto a queste due, Giano Bifronte aveva meno facce. Per la Presidente del Consiglio conoscevamo già i connotati da maggiordomo con la Nato e Washington sulla guerra a oltranza in Ucraina, prima di scoprire il volto nascosto rivelato ai comici russi, a cui ha confessato la stanchezza sul conflitto che non può vincere né Putin né Zelensky.

Perciò non ci stupiamo se i suoi dirigenti nella tv pubblica pensino solo alle vittime di Israele e da Palazzo Chigi nessuno dica niente. Pure la segretaria dem sul tema della Pace è ambigua, avendo sempre sostenuto l’invio di armi a Kiev. E abbiamo troppo rispetto per l’intelligenza della Schlein da non dubitare che comprenda quanto la guerra in Ucraina sia strettamente connessa con la crisi che va dalla Palestina al Mar Rosso, dall’Iran ai regimi filorussi dell’Africa centrale.

Per questo la mozione concordata ieri tra due leader non credibili sa di presa in giro per chi chiede un ruolo ben diverso del nostro Paese, con meno armi e mozioni fumose, e invece più iniziative diplomatiche e di de-escalation militare. Su questa linea in Parlamento si battono solo i 5 Stelle e l’Alleanza di Verdi e Sinistra, con i quali ovviamente la Meloni non si telefona. D’altra parte, abbiamo capito tutti che la premier ha scelto come sparring partner fissa la più comoda Elly piuttosto che il coriaceo Conte. E se con una si telefona e con l’altro ci litiga fino al Giurì non sarà un caso, no?