L'Editoriale

Psicodramma dall’Alaska

Ue e Ucraina, escluse dal negoziato in Alaska, rischiano oltre al danno la beffa di una pace decisa, sulle loro teste, da Trump e Putin.

Psicodramma dall’Alaska

Lo psicodramma per l’Europa va in scena a migliaia di chilometri dai confini Ue. Dove perfino la scelta dell’Alaska – l’estremo nord degli Stati Uniti che sfiora la Russia sullo Stretto di Bering – è la metafora più calzante del vertice di oggi tra Putin e Trump. Tra l’aggressore e gli Usa che, sotto la precedente amministrazione Biden, quell’aggressione, hanno fatto di tutto per provocarla.

Un vertice per la pace in Ucraina sulla testa di Zelensky e dei leader europei, ridotti a comparse irrilevanti e destinati a raccogliere le ceneri di un conflitto sul quale i due attori protagonisti hanno lucrato e continueranno a lucrare: la Russia, con la scontata annessione dei territori già conquistati, e gli Stati Uniti, che dopo aver incassato miliardi in armi e gas liquido (al quadruplo del prezzo di quello russo) piazzati agli alleati-vassalli europei, si accingono a scaricare sull’Ue pure il conto della ricostruzione ucraina. Un finale già scritto e ampiamente prevedibile.

Zelensky, che con il ritorno di Trump ha perso il sostegno degli Stati Uniti dopo essersi lasciato convincere dal suo predecessore ad intraprendere una guerra impossibile da vincere, paga l’erronea convinzione che l’appoggio Usa (militare e finanziario) promesso a suo tempo da Biden sarebbe stato sine die. Nonostante fosse chiaro a tutti, ben prima delle presidenziali Usa, che con Trump la politica estera della Casa Bianca sarebbe cambiata radicalmente. Malgrado i leader europei continuassero a scommettere sulla vittoria dell’Ucraina anche dopo il disimpegno americano.

Lo scenario attuale, che insieme a pochi altri questo giornale aveva preconizzato, è l’effetto congiunto della criminale invasione dell’Ucraina decisa da Putin (sulle ragioni andrebbe fatto un discorso a parte) e dell’insipienza della classe politica europea, incapace di affrancarsi da un atlantismo masochista di cui ora pagano il prezzo. Il risultato è mortificante: Europa e Ucraina, tagliate fuori dal negoziato, rischiano oltre al danno la beffa di una pace decisa, sulle loro teste, da Trump e Putin che si spartiranno un Paese martoriato da più di tre anni di guerra. A Zelensky e ai leader Ue non resta che lamentare l’esclusione dal tavolo delle trattative nel tentativo di salvare la faccia. Che, a conti fatti, hanno perso già da tempo.