L'Editoriale

Quanto vale il coraggio di Conte

I politici che dicono le bugie ci sono sempre stati, ma come diceva Totò ogni limite ha la sua pazienza, e sentire persino Salvini (vedi il post) che ieri si intestava il salvataggio di cinquantamila imprese con i crediti del Superbonus 110% supera ogni margine di decenza.

Lo sblocco delle risorse si deve infatti solo e unicamente alla caparbietà di Conte e dei 5 Stelle, che hanno tenuto il punto sul Decreto aiuti bis, mentre tutte le forze politiche, nessuna esclusa, li accusavano di paralizzare 17 miliardi di aiuti a famiglie e imprese.

Una balla colossale, in quanto quei 17 miliardi sono stati quasi interamente utilizzati, mentre chinare la testa al testo scritto dal Ministero dell’Economia e avallato da Draghi avrebbe sacrificato un enorme numero di imprenditori e i loro dipendenti.

Quella caparbietà, che abbiamo visto con il Consiglio d’Europa e la presidente della Commissione Ue, von der Leyen, quando l’Italia strappò i 230 miliardi del Recovery Fund, nel cuore della notte, nelle stesse ore in cui Berlusconi e il Pd che ora si vantano di aver fatto tutto loro dormivano.

E d’altra parte, se Berlusconi e Pd fossero stati così bravi, i soldi del Pnrr li avrebbero portati loro, quando hanno lungamente governato, invece che farci assistere alle ripetute sconfitte di Tremonti o dei vari mandarini spediti dai dem a Bruxelles.

Così viene fuori anche l’inconsistenza di Draghi, forse in altre cose affaccendato, visto che sempre ieri il Ministero dell’Economia ne ha combinata un’altra, alzando sopra il tetto dei 240mila euro gli stipendi di burocrati e boiardi di Stato. E le faccende di Lorsignori si sa che hanno la priorità su tutto.