L'Editoriale

Questo non è l’ultimo editoriale

Questa è una promessa: i miei editoriali su La Notizia finiscono qui, ma non finisce l’impegno civile che ho sempre messo nel mio lavoro, cercando di informare con correttezza e libertà.

Questo non è l’ultimo editoriale

Questa è una promessa: i miei editoriali su La Notizia finiscono qui, ma non finisce l’impegno civile che ho sempre messo nel mio lavoro, cercando di informare con correttezza e libertà. Un percorso che in 35 anni di carriera mi ha reso pienamente cosciente di quanto sia compromessa la libertà di stampa nel nostro Paese, e di quanto faccia comodo al sistema la scarsa consapevolezza dei cittadini.

Perciò questo sforzo prende ora una nuova direzione, provando a portare le mie battaglie nel Parlamento europeo. Di questo ringrazio sinceramente Giuseppe Conte, al quale ho dato la disponibilità a candidarmi. Al presidente, che mi ha chiesto massima chiarezza nei ruoli, ho anticipato l’intenzione di lasciare a brevissimo la direzione della Notizia e in caso di elezione a cedere le quote in mio possesso della società editrice, così che non ci sia il minimo conflitto d’interesse tra il ruolo di rappresentate politico e giornalista, com’è nella tradizione del Movimento.

Pertanto mi sottoporrò al giudizio della comunità dei 5 Stelle nel collegio del Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), assicurando sin d’ora che mi batterò in Europa con la stessa determinazione con cui ho sempre risposto per le rime ai venditori di fumo incrociati nei dibattiti e in tv. Il contesto, d’altra parte, è troppo grave per limitarsi a guardare il mondo dalla finestra, e le politiche sociali, l’Ambiente e la Pace sono doni che non cadono dall’alto. Anzi, a troppi interessa spremere di più la povera gente e il Pianeta.

Fare tutto quello che possiamo per impedirlo non è solo un dovere, ma un gesto d’amore e di responsabilità per il futuro di tutti noi. Con quest’ultimo articolo desidero anche ringraziare la comunità dei lettori della Notizia e i colleghi che in 12 anni ne hanno reso possibile la pubblicazione, senza grandi finanziatori e contributi pubblici. Colleghi che hanno preso lo stipendio quando capitava e fatto sacrifici enormi, interpretando il giornalismo come missione. Una realtà quasi unica in Italia, che ora toccherà ad Antonio Pitoni guidare con i galloni di direttore. Contando nell’affetto di chi ci ha sempre letto e sostenuto.