Mentre la Meloni prova a sigillarsi a Palazzo Chigi per qualche decennio, spingendo una riforma costituzionale che assegna poteri smisurati al premier eletto dal popolo, tra le opposizioni si vedono più segni di ripresa. La vittoria di un sindaco 5 Stelle sostenuto dal Pd e altri a Foggia, la maggiore città del Sud in cui si è appena votato, ha invertito la tendenza plebiscitaria verso una destra che ancora non paga dazio per le sue balle e fallimenti, grazie a una tv pubblica e privata senza più vergogna nel deformare la realtà e leccare la padrona.
Non a caso, solo per veri sadomasochisti, domani esce l’ultimo mattone di Vespa, e il meteo prevede ampie precipitazioni di bava. Per questo la leader di Fratelli d’Italia ha fretta di piazzare il premierato, prima che il suo consenso si logori e al referendum le resti ossigeno per giocarsi la partita. Su quel campo di battaglia, dunque, le forze progressiste sanno di poter vincere, e questo già aggrega nuove forze nel Paese. È la primavera di un tempo nuovo, dove la linfa delle intelligenze, del coraggio, della visione di un uomo costruttore di Pace e del suo Ambiente può tornare a scorrere liberamente.
Così emergono aperture come quella del rettore Tomaso Montanari, disponibile – se ci saranno le condizioni – a spendersi per la sua Firenze. Merito di un attivismo che in questa fase vede Conte primeggiare tra le opposizioni, ma che ha la vera forza nel sentimento riemergente, come magma impetuoso, di un’alternativa all’attuale maggioranza e al suo sistema di potere.