L'Editoriale

I rischi dell’obbligo vaccinale

Nel Paese si sta facendo largo l’idea del vaccino obbligatorio, a costo di creare una spaccatura ancora più profonda con quella parte di popolazione che non ne vuole sapere.

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I rischi dell’obbligo vaccinale

Non c’è niente da fare: con lo zoccolo duro di No vax e No Green Pass è tempo perso ricordare i quasi 140mila morti in Italia, perché tanto sono morti col Covid e non di Covid; è inutile avvisare che pure in Germania si va verso forme di obbligo vaccinale, fatto che ci spiegano con il business di Big Pharma; è pericoloso far notare che in terapia intensiva ci finisce molto di più chi non è vaccinato, visto che non credono ad alcun dato ufficiale, e se si insiste si viene accusati di complicità con la dittatura sanitaria.

Purtroppo nessuno mai al mondo sarà più sordo di chi non vuol sentire, e dunque bisogna cominciare a domandarsi cosa si può fare oltre ad attendere che i contagi risalgano in modo critico anche da noi, visto che il generale Figliuolo è bloccato con tutta la sua campagna vaccinale in un pantano di nove milioni di irriducibili negazionisti del virus e di quella che al momento è la migliore cura di cui disponiamo.

Con oltre l’85% di vaccinati, nel Paese si sta facendo largo l’idea del vaccino obbligatorio, a costo di creare una spaccatura ancora più profonda con quella parte di popolazione che non ne vuole sapere. Ma davvero non c’è altro da fare? Se oggi abbiamo un numero di No vax mai visto prima la responsabilità è delle forze politiche che hanno grattato la pancia alle proteste, amplificate dai loro trombettieri su tv e giornali.

Le televisioni, in particolare, con l’alibi di garantire il contraddittorio, stanno mettendo sullo stesso piano e in numero sempre bilanciato importanti scienziati e improvvisati laureati all’università dei Social, così da illudere chi osserva il mondo attraverso lo schermo che le opinioni siano per metà di un tipo e per metà di un altro, risultando comunque tutte credibili. Un falso totale, perché l’85% dei cittadini che crede e si affida alla scienza è naturalmente più numeroso di quel 5% che si affida agli anti infiammatori per cavalli, alla sorte e ai rosari (mentre al restante 10% non importa nulla di nulla).

Parallelamente, i medici che invitano a vaccinarsi sono un po’ più titolati di chi strilla in piazza senza alcun titolo di studio e magari carriere scientifiche insignificanti, o addirittura nient’altro da fare. Perciò i partiti che continuano a difendere questi irresponsabili senza idea di cosa sia sul serio la libertà devono fare ora o mai più un passo indietro, smettendola di cercare qualunque consenso e a qualunque costo per la collettività, mentre nel dibattito pubblico, dove tutte le idee devono circolare, vanno chiarite meglio le competenze di chi porta argomenti e di chi insegue illusioni.

Così che chi voglia ancora ragionare sappia chi ha di fronte, e magari cambierà idea, aiutandoci a uscire dalla pandemia senza dover arrivare a imposizioni – come l’obbligo di vaccinarsi – che dopo il Covid lascerebbero il nostro essere comunità in condizioni persino più gravi.