L'Editoriale

Si Salvini chi può

Tra la premier Meloni che si si finge morta e i temerari equilibrismi del suo vice Tajani, ci pensa Salvini a buttarsi a difendere Netanyahu.

Si Salvini chi può

Tra la premier Meloni che si si finge morta e i temerari equilibrismi del suo vice Tajani, ci pensa Salvini a buttarsi a testa bassa nell’indifendibile difesa del ricercato (dalla Corte penale dell’Aja) Netanyahu. Ma persino quella che doveva essere una passeggiata si è rivelata un vero e proprio Calvario. Cose che capitano a forza di cambiare continuamente idea su tutto.

L’ultima figuraccia, il leader della Lega l’ha rimediata nel corso di un’intervista rilasciata alla Tv israeliana. Chi meglio di lui, del resto, insignito di recente del “Premio Italia-Israele 2025”, avrebbe potuto cimentarsi nell’impresa di far passare dalla parte della ragione un premier con oltre 60mila morti sulla coscienza? Ma l’insidia si è materializzata quando la giornalista gli ha rinfacciato alcune dichiarazioni al Corriere della Sera, nelle quali affermava che “Netanyahu, esattamente come Putin, non vuole fermare la guerra ma solo annettersi più terre possibili”. è bastata una domanda: “È questo quello che pensa del primo ministro di Israele?”. Colto in fuori gioco, Salvini ha iniziato una disperata arrampicata sugli specchi accompagnata da una serie di smorfie e visibile disagio: “Sono conflitti complicati, che risalgono in tanti anni addietro, diversi tra loro, ma io cerco di portare una posizione di equilibrio per contribuire a chiuderli entrambi”.

La giornalista non era ancora soddisfatta: “Ma intende dire che Netanyahu cerchi solo l’annessione delle terre?”, ha insistito girando il dito nella piaga. “Osservo e lavoro perché Israele possa avere un diritto all’esistenza senza un terrore quotidiano, e l’attuale assetto territoriale non garantisce a Israele un’esistenza tranquilla – ha arrangiato una risposta il leader della Lega -. Poi la critica ai governi è sempre legittima, cioè la critica al governo Netanyahu è legittima, il problema è che adesso purtroppo da sinistra si critica un popolo, una religione, una storia, una cultura, non un governo”.

Non poteva mancare la menzione del premio ricevuto come amico di Israele. “Un titolo non facile da portare in questi giorni: lo porta ancora con fierezza?”, gli ha dato l’assist la giornalista. “Sì, non è il momento di aver paura”, ha risposto il leader della Lega tirando finalmente il fiato. “Lei è dalla parte giusta della storia”, ha certificato l’intervistatrice convalidando il gol. Che assomiglia tanto a un autogol.