Verrebbe da dire: abbiamo voluto la bicicletta? E ora pedaliamo! Ecco, a tutti quelli che in queste ore ne stanno dicendo di vari colori perché il candidato premier Giuseppe Conte è un perfetto sconosciuto al grande pubblico, si può rispondere solo che questo è il bello del cambiamento. D’altronde volevamo facce nuove, no? Se il presidente Mattarella gli affiderà l’incarico vedremo già dalle primissime ore se ha carisma e forza a sufficienza per tenere insieme due forze politiche tanto diverse e complesse come Cinque Stelle e Lega. Di sicuro per la prima volta dopo tanti anni potremmo avere un premier capace di sedersi ai tavoli internazionali con un curriculum adeguato e parlando fluentemente inglese e francese, senza fermarsi alle battutine preconfezionate e di circostanza. Certo, saper parlare serve a poco se per aprire bocca bisognerà prima sentire cosa pensano Di Maio e Salvini. Ma aspettiamo a bollare questo signore come l’ennesimo yesman dei partiti. Così come vale la pena di attendere l’elenco ufficiale dei ministri. In Europa e in certi salotti di casa nostra con la puzza sotto al naso possono sembrare i nuovi barbari, ma è davvero difficile che riescano a fare peggio dei raffinati signori (si fa per dire, eh!) che li ha preceduti. Per questo è un errore mettere la vela in direzione del vento che ci arriva dall’estero, dove già da giorni stanno bombardando il Governo che verrà a colpi di spread e previsioni da menagramo delle società di rating. Un’ingerenza preventiva che si commenta da sola.
L'Editoriale
Tiro al bersaglio su Conte. Che paura delle facce nuove
Tiro al bersaglio su Conte. Che paura delle facce nuove