L'Editoriale

Tra i due litiganti c’è chi gode

Tra i due litiganti si dice che il terzo gode, ma nel caso di Conte e Di Maio c’è mezza Italia che festeggia.

Tra i due litiganti si dice che il terzo gode, ma nel caso di Conte e Di Maio c’è mezza Italia che festeggia. Il sistema politico ed economico a cui il Movimento ha tagliato un terzo dei parlamentari, ha bloccato i vitalizi, ha impedito di sfruttare i lavoratori senza alternative per sopravvivere, non vede l’ora di tornare a far bisboccia.

Eppure tra il presidente pentastellato e il ministro degli Esteri ormai si comunica solo a distanza e per accusarsi reciprocamente, senza più fingere di voler restare insieme. E dire che toccherebbe a Grillo e Conte, per i loro ruoli statutari, fare uno sforzo per tenere insieme quanto resta di una forza politica che ha già perso per strada da Casaleggio jr. a Di Battista, passando per centinaia di eletti in Parlamento, nei Comuni e nelle Regioni, fino a diversi milioni di elettori.

Certo, con la nuova diaspora Conte avrà il controllo totale dei 5S e potrà uscire dal Governo per provare a recuperare consensi dall’opposizione. Dopo di che, però, sarà più difficile entrare in quel campo largo progressista che oggi non ha alternative per non far vincere le destre.

Di Maio, di cui gran parte degli attivisti storici ora dimenticano le battaglie antiche e il fango sopportato, a partire dalla definizione vigliacca di bibitaro, vuole invece scongiurare la caduta o la scarsa autorevolezza di un Governo azzoppato in mezzo a una guerra e ai problemi economici che sappiamo.

E da qui recuperare poi i consensi tra gli elettori. Non è detto che questa sia la strategia migliore, ma pure quella di Conte ha le sue controindicazioni. Ma dividendosi è più facile che perdano tutti e due.