L'Editoriale

Troppa saliva e poca memoria

Troppa saliva e poca memoria

Il nuovo sport nazionale, dopo quello internazionale dove vince chi porta più armi a Zelensky, è la gara a chi giustifica meglio Santa Giorgia da Kiev, patrona delle retromarce e delle bugie agli elettori. Nei talk show si aggirano dei campioni olimpici della specialità, secondo i quali la premier non aveva scelta nel cancellare il Superbonus, perché sfascia i conti dello Stato.

Ovviamente la poverina non poteva sapere quanto costa, perché sta in Parlamento solo da 17 anni, e quindi non è detto che abbia imparato a leggerne gli atti, mentre la Manovra che lei stessa ha approvato a dicembre scorso chissà chi gliel’ha scritta. Perciò, a chi fa notare la collezione di giravolte – dal Pos al Mes, dal contante alle accise – si obietta che la priorità sono i saldi di bilancio, e dunque gli impegni presi con i mercati e l’Europa.

Alla faccia del Caciocavallo, per dirla con Totò, anche se pare che fosse proprio la leader di Fratelli d’Italia a dire in campagna elettorale che la pacchia in Europa è finita, e prima dei vincoli di Bruxelles vengono gli italiani. Per questo FdI non ha votato nemmeno il Recovery Fund che ci ha portato oltre 200 miliardi, restando l’unico partito all’opposizione di Draghi.

Tutte storie ormai archiviate, perché adesso la Meloni regna, e le lingue dei giornalisti sanno ravanare bene dove c’è il potere. Quindi, non c’è alcuna contraddizione tra le promesse elettorali e quello che sta facendo la Meloni. E se qualcuno dice il contrario, ha di certo le allucinazioni. Una brutta malattia, tutto il contrario della memoria corta e dell’incontinenza di saliva.