L'Editoriale

Un cappio sulle riforme radicali

La politica sa fare ancora scelte radicali e guardare lontano? Le riforme con una visione del futuro sono osteggiate.

Un cappio sulle riforme radicali

Per tornare al governo in Spagna i socialisti di Sànchez si stanno accordando con gli indipendentisti catalani, e così ieri hanno eletto la presidente del Parlamento. Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che partiti con idee lontanissime, persino sulla struttura stessa dello Stato, pur di guidare un Paese accettino i compromessi più arditi. In Italia nella scorsa legislatura abbiamo visto prima i Cinque Stelle con la Lega e poi gli stessi 5S col Pd. Ma anche adesso la maggioranza di destra tiene insieme sovranisti e federalisti, ricette economiche stataliste e liberali.

D’altra parte, se non si scende a patti il prezzo è di stare perennemente all’opposizione. Perciò, restando in casa nostra, Meloni con Salvini e Tajani si fanno ciascuno i propri affari, rinviando o annacquando le questioni dove le posizioni sono inconciliabili. E non è che M5S e Pd abbiano fatto diversamente quando governavano insieme, e se oggi non abbiamo già una legge sul Salario minimo è proprio per questo. La politica, si dirà, è di per sé l’arte del compromesso, ma procedere a passi lenti non serve se il contesto sociale cambia velocemente.

Sulla povertà del lavoro, per esempio, tutti gli ultimi governi hanno ridotto di qualche euro tasse e contributi, ma di fronte al costo della vita questi spiccioli sono acqua fresca. Certo, se si abolisse quel pozzo si spese che sono le Regioni, o le si riducessero, con i risparmi si potrebbe tagliare il cuneo fiscale sul serio, riducendo la forbice tra ricchi e poveri che presto o tardi diventerà insostenibile. Ma la politica sa fare ancora scelte radicali e guardare lontano? Se solo pensiamo alla direzione presa sulle Province, che si vogliono riaprire, o sull’autonomia regionale differenziata, che rafforza i centri di spesa, il quadro è sconfortante.

Si naviga a vista e per stare a galla i partiti pensano solo ad aumentare e strapagare il ceto politico. Le proposte con una visione di futuro – come il Reddito di cittadinanza, la riduzione delle diseguaglianze e degli sprechi, gli investimenti Green, il rafforzamento dei servizi pubblici, ecc. – sono osteggiate, e chi ne parla è silenziato. Così il sistema si tiene strette le cadreghe, ma la politica non serve quasi più a niente.