L'Editoriale

Un Dpcm che cerca l’equilibrio

Nel giorno in cui arriviamo a un passo dai mille morti per Covid arriva un Dpcm di Natale che bilancia lo spirito religioso della festa, con il desiderio delle famiglie di ricongiungersi, e la necessità di tenere alta la guardia contro la pandemia. Per chi continua a straparlare di mancanza di ragionevolezza, di dittatura sanitaria e persino di rigurgiti fascisti, tutto quello che decide il Governo può essere sempre fatto diversamente, e questo è vero, ma se la proposta alternativa è quella delle destre che questa estate parlavano di virus sparito e di aprire le discoteche, o delle Regioni che ancora adesso pretendono di aprire le piste di sci, allora va ringraziato questo premier e la maggioranza giallorossa per aver tenuto la barra dritta, a costo di assumersi l’onere dell’impopolarità pur di scongiurare la terza ondata.

Una responsabilità ancora più grande di fronte a un’opposizione che utilizzando le televisioni e i giornali di cui dispone continua a far crescere la rabbia dei lavoratori e delle imprese più penalizzate. Anche strumentalizzando il Natale, con minime limitazioni sulle messe, quando per tutto il resto dell’anno non frega niente a nessuno di andare in chiesa, o di sentire solidarietà per i poveri che percepiscono il Reddito di cittadinanza (che Salvini, Meloni e Berlusconi vogliono cancellare), per non parlare degli immigrati che vorrebbero rigettare in mare o magari bombardare facendo il blocco navale.

Ipocrisie di grande tristezza tutto l’anno, ma che in questa fase dell’anno diventano ancor più penose, se non per la fede che ciascuno può o non può avere, almeno per le migliaia di persone che stanno morendo e che soffrono insieme ai medici allo stremo negli ospedali. Ora perciò tocca a noi. Le indicazioni su come comportarsi sono chiare, ma sappiamo che i controlli sono minimi. Dunque se abbiamo davvero affetto per i nostri cari possiamo dimostrarlo sacrificandoci un po’. Diversamente possiamo girarla come vogliamo, ma vorrà dire che avrà prevalso l’egoismo.