Aveva detto che avrebbe premiato il merito, tanto da intitolarci un ministero, ma poi Giorgia Meloni si è rimangiata anche questa promessa, esattamente come tutte le altre sparate fino al giorno prima di andare al governo. Così si è circondata di apprendisti stregoni, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Lollobrigida che si dà dell’ignorante da solo dopo aver straparlato di sostituzione etnica, Piantedosi che chiama “carico residuale” i migranti morti a Cutro, Valditara che propone di umiliare i giovani per educarli, e così via, fino alla Santanchè che tra un guaio giudiziario e l’altro ha speso milioni di euro pubblici per spingere il turismo con una campagna promozionale dilettantesca.
Anche nel sottobosco del potere, l’unico merito che finora ha contato qualcosa è stato il trovar posto sul carro delle destre, come hanno visto in prima persona molte figure apicali dello Stato. È il gioco dello spoils system, cioè dei partiti che si scelgono chi gli è più amico, cacciando brutalmente persino chi ha affrontato condizioni difficilissime, come nel caso dell’ex presidente dell’Inps, Tridico.
Un metodo che non ha risparmiato il cosiddetto deep state, cioè le alte burocrazie, dove non era certo un neofita il prefetto Gabrielli, indotto a dimettersi senza avere ancora maturato la pensione. Fatale gli è stato aver criticato il Viminale sulla gestione dei migranti. Ma tra chi vede lontano e chi lecca, per l’attuale governo è scontato chi scegliere.