Lupi con il figlio che riceveva Rolex da un costruttore, Boschi con il padre al centro del disastro di Banca Etruria, Guidi che spingeva gli emendamenti cari al fidanzato e ai petrolieri amici: come si fa a negare che l’Italia ha un governo fondato sugli affari? Facile obiettare che la politica del fare non può prescindere dal rapporto con le imprese. E ci mancherebbe! C’è anche una sconsiderata criminalizzazione di chi produce dietro la decadenza della nostra economia, come ci ricorda l’Istat certificando l’ennesimo rallentamento dell’occupazione. Ma una cosa è sostenere le imprese e il sistema Italia, tutt’altra mischiare politica e affari, siano questi di famiglia o dei circoli ristretti che oggi prolificano attorno a Palazzo Chigi. Una distorsione di cui è Renzi il solo responsabile, avendo scelto scientificamente di accontentare ogni genere di lobby pur di blindare il suo potere. Se i portatori d’interessi ci sono sempre stati, mai un Governo aveva infatti messo tanti lobbisti direttamente nei Cda delle società pubbliche. Così proprio mentre la Guidi si dimette, il premier negli Usa brinda ai nuovi affari con i manager del giglio magico. Prosit!
L'Editoriale