L'Editoriale

Un Governo sedicente rottamatore

Non scontentare Alfano. Nonostante la stampella di Verdini, il governo sedicente riformatore di Matteo Renzi registra due battute d’arresto in un solo giorno. E l’attività politica a pieno regime non è neppure ripartita. Il ministro dell’Interno si mette di traverso sulla depenalizzazione del reato di clandestinità, con la scusa che dopo i fatti di Colonia si darebbe un segnale negativo al Paese. La politica che come al solito si fa imbrigliare dall’emotività, insomma, e non quel faro legislativo che sa prevenire i fatti e orientare la stessa opinione pubblica. Parallelamente c’è da gettare la maschera sui diritti civili. Il Pd a parole è da sempre per un riconoscimento delle unioni civili. Il partito di Alfano però è contrario. Ecco allora che sui clandestini Renzi improvvisamente fa sapere di pensarla come il suo ministro al Viminale e si rinvia tutto. Mentre sui diritti ci si rifugia sulla libertà di coscienza, con l’effetto prevedibile di sfornare il solito papocchio, in un compromesso al ribasso tra Sinistra e Cattolici. Così si va avanti in un Paese che non sa essere né carne né pesce, incapace di modernizzarsi per non stravolgere equilibri di potere e umori della piazza.