Purtroppo non è Scherzi a parte, perché sentir dire alla Commissione europea che l’aumento del deficit italiano di appena lo 0,8% è una “deviazione grave e senza precedenti”, farebbe solo ridere se non ci fosse da piangere. Da sempre molti Stati membri superano ben più rotondamente questo e altri vincoli di bilancio, eppure adesso pare che il mondo debba cadere addosso a un Governo che si presenta a Bruxelles con un pacchetto di riforme strutturali mai viste prima. Prepariamoci perciò al solito copione del gelo sui mercati, il ricatto dello spread, le minacce dell’Europa e persino una procedura d’infrazione. Cambiare verso al nostro Paese non è facile, e questo lo sapevamo tutti. Ma vedere chi dovrebbe aiutarci nelle istituzioni europee fare il diavolo a quattro per colpirci, è la classica coltellata che ammazza quel che resta del senso dell’Europa, facendo un regalo ricchissimo al fronte politico euroscettico e sovranista. Di partite difficili, quando è nato il Governo Conte, si sapeva da subito che ce ne sarebbe stata pure un’altra: far marciare insieme Cinque Stelle e Lega non è un’impresa da niente. Pur con obiettivi spesso comuni, le origini di queste due forze politiche sono troppo diverse e confliggenti. Per questo i nodi presto o tardi sarebbero venuti al pettine, e il corto circuito scatenato dal decreto fiscale può avere effetti imprevedibili. Quando si sta in guerra, però, si porta con sé lo stretto necessario, e arrivare adesso a una possibile crisi di Governo per il destino di un manipolo di evasori fiscali significa davvero sacrificarsi per il superfluo.
L'Editoriale
Un muro Ue contro il futuro
Prepariamoci perciò al solito copione del gelo sui mercati, il ricatto dello spread