Oltre tre anni fa, quando un gruppo di giornalisti decidemmo di fondare La Notizia, tra le maggiori preoccupazioni avevamo le querele. In Italia, dove il giornalismo d’inchiesta – al quale ci ispiriamo – è una rarità, questo genere di informazione è spaventosamente osteggiata, alla faccia del diritto di espressione garantito dalla stessa Costituzione. Chiunque si senta diffamato può infatti fare causa ai giornali, trovando nella maggioranza dei casi un giudice disposto a rinviare a giudizio giornalisti e direttore della testata. Per far fronte a queste querele, che spesso sono forme di intimidazione, gli editori devono scucire molti soldi, sottraendoli all’attività redazionale e alla crescita delle aziende. Anche noi, in questi tre anni, abbiamo dovuto difenderci in tribunale, trascinati da soggetti il cui unico scopo era censurare il nostro lavoro. Adesso, proprio mentre il Parlamento discute come regolare la materia, arriva il caso che vi sveliamo nelle pagine interne, con il lo storico giornale La Voce delle Voci messo addirittura all’asta per l’azione di una persona che si è sentita diffamata. Così però non muore un giornale, ma la stessa libertà di informare.
L'Editoriale