Questa volta non ci sono scuse: ieri le nomine dei nuovi direttori Rai sarebbero passate anche senza l’astensione del consigliere in Cda dei Cinque Stelle, ma con l’incredibile tara di tre voti a favore e ben quattro contro. Quale sia la contropartita per questo regalo a gente che ha massacrato il Movimento non è dato sapere.
Ma se davvero si trattasse degli strapuntini concessi ai presunti raccomandati da Conte, saremmo di fronte all’ennesimo errore dei 5S. Alla fine della fiera, infatti, i padroni del Sistema – il Pd e Renzi – passano per quelli che fanno opposizione (la consigliera Bria e la presidente Soldi hanno votato contro, insieme al delegato dei dipendenti, Laganà) mentre i 5 Stelle non hanno neppure disturbato le destre.
Certo, per quei pochi che hanno difeso quasi sempre in solitudine le cose buone fatte da Conte, adesso vedere che proprio il Movimento promuove chi gli vomitava sopra è a dir poco deprimente. Anche perché da certi personaggi non ci si può attendere che un’ulteriore sterzata della tv pubblica verso un racconto della realtà in chiave sovranista.
Perciò chi ha beneficiato della lottizzazione di sinistra, da Fazio alla Annunziata, se n’è scappato, marcando un distacco incolmabile con la Rai che verrà. Mentre chi non ha beneficiato di un bel niente, come i 5S, diventa manutengolo del nuovo corso a Viale Mazzini. Conte ha già detto che aspetta di vedere gli atti dei nuovi vertici. Ma intanto Vespa prenota la sua centesima stagione, e chi ha asfaltato per anni il Movimento può completare l’opera.