L'Editoriale

Una destra incollata alle poltrone

I politici di destra, e i loro beneficiati, sono talmente attaccati alle poltrone da non potersene privare per niente al mondo.

Una destra incollata alle poltrone

Chissà perché ci si ostina a sprecare inchiostro e discussioni sulle mancate dimissioni dell’ex terrorista nero De Angelis, il capo della comunicazione della Regione Lazio assunto dall’ex trafficante di droga e ora governatore Rocca. Eppure è così evidente che i politici di destra, e i loro beneficiati, sono talmente attaccati alle poltrone da non potersene privare per niente al mondo.

E dopo aver preteso per anni di mandare a casa chicchessia, anche per inezie, adesso che stanno al potere preferiscono sprofondare nel ridicolo pur di non mollare il posto. Dunque, il professionista De Angelis, tanto esperto di comunicazione da essere assunto per chiamata diretta come dirigente, e perciò lautamente retribuito con denaro pubblico, è così padrone del mestiere da dichiarare che i colpevoli della strage di Bologna non sono i suoi “amici” fascisti Mambro, Fioravanti e Ciavardini, e poi di fronte alla prevedibile bufera uscirsene con tante scuse a tutti.

Così, dopo aver dimostrato di non essere minimamente all’altezza di comunicare nè per se stesso nè per le istituzioni, dimostra pure di aver detto una bufala, o in caso contrario di non aver ritegno nel tradire i vecchi compari dell’estrema destra. D’altra parte la Santanchè non si è dimessa da ministro per i guai economici e le indagini sulla sua società Visibilia, di cui sabato si è addirittura suicidato il presidente, e quando anche si fa il gesto di sgomberare i Palazzi di gente impresentabile poi arriva subito qualche premio.

Emblematico in tal senso il caso della deputata Montaruli (FdI), fatta dimettere da sottosegretario dopo la condannata per aver comprato vestiti e borse firmate con i soldi della Regione Piemonte e un attimo dopo promossa vicepresidente della Vigilanza Rai. Ovviamente pure a sinistra e da tutte le parti abbiamo visto per anni decine di politici indegni dei loro incarichi, ma questo non può essere un alibi per salvare i personaggi più indecenti. E rassegnarsi all’inadeguatezza – quando non alla disonestà della classe politica – è il primo passo per lasciare questa gente eternamente al comando.