L'Editoriale

Una guerra dai costi insostenibili

Una guerra dai costi insostenibili

Il dubbio che fosse una puntata di Scherzi a Parte è iniziato a serpeggiare non appena Ursula bomb der Leyen ha finito di parlare. “Dobbiamo continuare a far aumentare il costo della guerra per la Russia. Per questo motivo erogheremo oggi (ieri, ndr) quasi sei miliardi di euro per l’Ucraina – ha annunciato, solenne, la presidente della Commissione rivolgendosi all’aula del Parlamento Ue –. Ed è per questo che accolgo con grande favore l’impegno del Consiglio europeo a coprire il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per i prossimi due anni”.

Parole che consegnano ai cittadini Ue due, desolanti certezze. La prima: a quasi quattro dall’inizio dell’invasione russa dell’ex repubblica sovietica, Bruxelles scommette sul protrarsi del conflitto almeno per altri due anni. Così da poter giustificare e portare avanti lo sciagurato piano di Riarmo da 800 miliardi che dovrebbe metterci al riparo da fantomatiche tentazioni di attacchi militari da parte di Mosca. La seconda: il conto sarà, come sempre è stato finora, a carico dei contribuenti europei. Che dopo aver sovvenzionato Kiev 177,5 miliardi di euro (escludendo i sei annunciati ieri), aspettano ancora di vedere gli annunciati effetti delle poderose sanzioni inflitte alla Russia. Nel frattempo, ne hanno già testato le conseguenze – tra inflazione e bollette energetiche fuori controllo grazie all’addio al gas russo – sulla propria pelle.

Non sono incoraggianti neppure le notizie che arrivano dall’Ucraina, dove l’ennesimo scandalo corruzione che coinvolge tra gli altri l’ex ministro dell’Energia, German Galushchenko (dimissionato) e l’imprenditore Timur Mindich, vicinissimo al presidente Volodymyr Zelensky, suo ex socio nella società di produzioni Tv Kvartal 95, getta nuove ombre sull’uso dei miliardi a pioggia elargiti dall’Unione europea. In attesa che, come dice von der Leyen, i costi della guerra diventino insostenibili per la Russia, sarebbe forse il caso di chiedersi per quanto ancora saranno sostenibili per noi. Ammesso che lo siano ancora.