L'Editoriale

Fango su Di Maio, una verità a sprezzo del ridicolo

Avevamo un delinquente seriale sotto al naso e ce lo stavamo facendo scappare. Il papà di Luigi Di Maio.

Avevamo un delinquente seriale sotto al naso e ce lo stavamo facendo scappare. Il papà di Luigi Di Maio, e per osmosi ovviamente il figlio, sono i responsabili della piaga del lavoro nero al Sud e mentre ci siamo anche alle altre latitudini. Ma non è finita qui: il figlio ha un conflitto d’interessi che oscura tutti quelli di Berlusconi. Da ministro del Lavoro controlla gli ispettori che per rispetto al capo non hanno verificato se nell’azienda dei Di Maio tutte le assunzioni sono state regolari, omettendo di fare le stesse verifiche su milioni di altre imprese proprio per costruirsi l’alibi. Per questo è stato necessario rivolgersi altrove, mobilitando un esercito di vigili urbani, per scoprire le molteplici costruzioni abusive e i gravi reati ambientali realizzati nell’area di grande pregio urbanistico di Mariglianella, in provincia di Napoli. Roba da fare invidia ai palazzinari romani. Così ogni giorno salta fuori uno scandalo sulla Dinasty di Avellino, dove i Di Maio’s ne hanno fatte di tutti i colori mentre il rampollo Luigi coltivava lo strano vezzo di servire in pizzeria e prendere altri lavoretti, così giusto per nascondere che i suoi avevano fatto i milioni. Per fortuna che poi sono arrivati i giornaloni, che per non ammettere di non essersi accorti di tutto questo, adesso hanno preso la rincorsa e stanno facendo pelo e contropelo al vicepremier e alla sua famiglia. Una ricerca della verità a sprezzo del ridicolo, che dimostra quanto meritiamo davvero di stare in coda alla classifica dei Paesi con una stampa credibile e oggettiva.