L'Editoriale

Un’Italia succube di Israele

Un’Italia succube di Israele

Ho letto un editoriale scandaloso. Prima di dire chi lo ha scritto, vediamo cosa dice. Esordisce notando che da giorni è cambiato il tono dei governi europei su Israele: “Si è passati da espressioni come ‘Siamo preoccupati’ e ‘Israele ha il diritto di difendersi’, a frasi come ‘Le azioni di Israele sono ingiustificabili e sproporzionate’. Ma perché proprio ora, dopo 19 mesi di massacri che erano fin dal principio sotto gli occhi di tutti?”. E ancora: “Quando si tratta di Israele, le leve della censura si rompono. Fin dall’inizio le organizzazioni internazionali, le missioni umanitarie e le Corti di giustizia sono state impotenti. E ora le parole da sole non vogliono dir nulla. Il recente cambio di linguaggio è notevole, ma è errato sovrastimarlo. Israele se ne infischia, anzi ne trae forza. Le condanne gli servono per dire che il Paese, come sempre, può contare solo su sé stesso ed è discriminato e circondato da nemici”.

L’editoriale prosegue: “La politica tende sempre all’inerzia e allo status quo. Tuttavia Israele è riuscito a portare l’escalation a un livello che ha superato perfino la più alta delle asticelle. Stare con le mani in mano mentre un popolo muore di fame davanti a noi, vedere le costole sporgenti e gli occhi scavati dei bambini in agonia senza cibo, getta sui governi la macchia della complicità. Privare un popolo di cibo non è un’azione militare: è la creazione di un ghetto su cui sferrare punizioni di massa. È un punto di svolta della Storia”. L’editoriale conclude: “Gli strumenti ci sono e vengono mobilitati facilmente quando si tratta di sanzionare altri Paesi. L’Ue assorbe un terzo di tutte le esportazioni israeliane nel mondo. Si può e si deve imporre un embargo. Si può e si deve imporre sanzioni. Il blocco stabilirebbe lo status di paria che il governo israeliano si è guadagnato da molto tempo”. Ecco, leggendo vi sarete accorti dov’è lo scandalo: è nel fatto che non si è ancora visto un giornalone italiano che scriva simili cose sacrosante. Infatti è un editoriale del Guardian del 26 maggio, firmato da Nesrine Malik. In Italia una cosa così neanche per sogno. Siamo l’ultima delle colonie, la più serva, al pari della nostra stampa e del nostro governo.