Pensavamo di aver toccato il fondo. Ma il peggio è arrivato soltanto ieri, mentre le parole di Ursula Bomb der Leyen dinanzi alla plenaria di Strasburgo riportavano l’Europa di De Gasperi, Schuman e Adenauer – nata per evitare il ripetersi delle tragedie della II Guerra Mondiale – indietro di un secolo, evocando nazionalismi, riarmo e guerre imminenti.
Un mondo nel quale, secondo la presidente della Commissione Ue, “noi europei dobbiamo difenderci e contare su noi stessi”, perché “la pace di ieri è finita”. E ciò che conta ora è “come affrontiamo il presente”. In cui, il nemico (immaginario) resta ovviamente la Russia di Putin. Resta da capire perché, la Nazione geograficamente più grande e tra le più riccche di risorse naturali del mondo ma appena un terzo scarso per popolazione dell’Unione europea, dovrebbe attaccarci. Un dettaglio su cui i guerrafondai Ue sorvolano sistematicamente.
Ma il passaggio più inquietante di Bomb der Leyen è un altro: “Non c’è atto di difesa europea più importante del sostegno alla difesa dell’Ucraina”. Continuare ad armarla per continuare a farla massacrare: è l’idea della guerra per procura che l’Europa ha in mente per giustificare l’inutile Piano di Riarmo che taglierà scuola, università, sanità e pensioni in cambio di un futuro in mimetica per i nostri figli. Un futuro che a sentire il discorso di Meloni, ieri in Parlamento, non sembra dispiacere più di tanto neppure al governo italiano.