E adesso sono guai per Elly Schlein. La partita ligure per il “fu campo largo” ormai è chiusa, perché le liste sono già state depositate. Italia viva ha deciso di fare un passo indietro.
Ma in Emilia-Romagna e in Umbria la segretaria del Pd dovrà scegliere, o quantomeno trovare un compromesso, fra il M5S che non vuole Matteo Renzi e Matteo Renzi che non intende andarsene.
Almeno in Emilia Romagna. “Alle regionali ci presenteremo a fianco” del candidato di centrosinistra “De Pascale – ha detto Renzi – con i nostri candidati e con il nostro simbolo, come già concordato”.
Parole pronunciate dopo lo strappo definitivo del leader del M5S, Giuseppe Conte. “Il campo largo non esiste più, lo certifichiamo stasera”, ha detto a Bruno Vespa Conte martedì sera, escludendo categoricamente che in Emilia Romagna e in Umbria i pentastellati possano accettare di stare assieme a Italia Viva.
Umbria un caso a sé. Proietti scarica Renzi
Ma se in Emilia Romagna Italia viva resiste, in Umbria la situazione è diversa perché la candidata presidente della Regione Stefania Proietti, centrosinistra e civici, ha tutta l’aria di scaricare Renzi, pur avendo Italia viva condiviso la sua candidatura.
“L’Umbria è un caso a parte – dice – ed è un modello che vede una coalizione solidissima che è il Patto avanti, che si è posto ora come Alleanza in cammino, nella quale non entrano le dinamiche nazionali ma solo un progetto che si riconosce nella mia candidatura”.
E ancora. “In Umbria – ha sottolineato Proietti – non si è mai parlato né è stata proposta una lista di Italia viva. Da noi quindi non si pone proprio il problema, anzi diciamo proprio di prendere esempio dalla nostra regione”.
E la segretaria del Pd continua a tacere
In tutta questa situazione magmatica stupisce, o meglio spiazza, il silenzio della segretaria dem. Seppure Conte abbia puntato a testa bassa su Schlein: “Ci siamo ritrovati con Renzi in mezzo al campo senza venirne informati, ma all’esito di una partita di calcio e col Pd che ha detto: ‘Non fate polemiche e non ponete veti’. Ma il problema è politico e serio”.
E ancora: “E’ chiaro che nel momento in cui il M5s dice che si è aperta una ferita e la risposta di Schlein è ‘Io non faccio polemiche’ c’è qualcosa che non va”.
La segretaria del Pd ha pensato bene di convocare ieri la segreteria nazionale del partito. Ma all’ordine del giorno non c’era la situazione politica del centrosinistra, terremotata dalle parole di Conte, ma la grave situazione internazionale.
E se deve prendere carta e penna per una nota, Schlein lo fa ancora una volta per parlare d’altro. Come sul caos che ieri si è creato nelle Ferrovie.
Ma in generale sono in pochi a parlare tra i dem. Lo aveva fatto a caldo il capogruppo al Senato, Francesco Boccia: “Se non vogliamo lasciare la destra e Meloni a Palazzo Chigi sine die, è evidente che bisogna rafforzare l’alternativa, che dobbiamo costruire dando risposte ai problemi delle persone”.
E il deputato Marco Furfaro: “Quando Conte dice che non voterà col Pd io mi rattristo, ma Giorgia Meloni festeggia. Non si può decidere in un salotto di Porta a Porta se si fa l’alleanza in una regione”. Ieri si sono fatti sentire soprattutto gli ex renziani.
Ex renziani alla riscossa , da Bonaccini a Picierno
Intervistato dal Domani il presidente del Pd Stefano Bonaccini non fa sconti al M5S. “Veti e pregiudiziali personali non sono accettabili: tutti insieme, proprio in Emilia Romagna, abbiamo appena vinto in tantissime città”, altrimenti “con veti e personalismi si fa solo il gioco della destra”.
Idem la compagna di partito Debora Serracchiani. “Bisognerebbe avere maggior rispetto del lavoro dei territori. In Emilia Romagna Michele de Pascale sta facendo un lavoro ormai da mesi di tessitura e c’è già un accordo, abbiamo messo assieme addirittura 60 liste civiche, un lavoro veramente punto per punto, casa per casa. Questo rispetto io me lo aspetterei anche dal presidente Conte”, ha detto la responsabile Giustizia del Pd.
“I 5 Stelle hanno detto che non ci sono. Non penso sia accettabile dal Pd un’impostazione basata sui veti che non è politica. Schiena dritta: ci siamo stancati di questi dispettucci dei 5 Stelle”, dice la dem Pina Picierno.
La replica del M5S agli ex renziani del Pd
Replica il M5S. “Ancora una volta l’europarlamentare Pina Picierno attacca il M5S eppure lo scorso 15 luglio, all’indomani della elezione dei vicepresidenti del Parlamento europeo in cui era candidata, la stessa Picierno in una nota definiva l’Europa come il terreno per valorizzare un dialogo nuovo e pragmatico con il Movimento 5 Stelle. A quale Picierno devono credere i cittadini? Quella che vota con Renzi e la Meloni sull’invio di armi in Ucraina o quella che invece elogiava il campo progressista con il Movimento 5 Stelle?”, dichiara Carolina Morace, europarlamentare M5S.
“Le posizioni su lavoro, ambiente, lotta a corruzione e legalità, conflitto d’interesse, politica estera e tanto altro sono elementi oggettivi di divisione fra noi e Italia Viva. Nessun veto dunque ma la consapevolezza che quel partito non potrà far parte della futura coalizione che sfiderà la destra. Se la Picierno si sente davvero orfana di Renzi prenda la tessera di Italia Viva così almeno Renzi sarà riuscito nell’impresa di eleggere un deputato”, conclude Morace.
”Esiste una politica anche senza Renzi. Le opposizioni hanno fatto progetti interessanti su autonomia, salario minimo, reddito di cittadinanza e molto altro. Non credo che senza Renzi non ci sia una vita, anzi, al contrario, penso che senza di lui il campo progressista sia molto più coerente. Non abbiamo bisogno di una persona che, non avendo più molta credibilità, cerca il cavallo su cui salire per poi provare a buttarlo giù il secondo dopo”, dice Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera.